domenica 17 aprile 2011

Chimica per deficienti 3

VELOCITà DI REAZIONE: è la variazione della concentrazione dei reagenti, deltaR, o dei prodotti, delta P, nell'intervallo di tempo deltaT. La velocità di reazione è una grandezza intensiva e quindi non dipende dalla massa del sistema.
EQUAZIONE CINETICA: è una relazione matematica che lega la velocità v di una data reazione alla concentrazione molare dei reagenti.
ORDINE DI REAZIONE: corrisponde alla somma degli esponenti a cui sono elevate le concentrazioni dei reagenti che compaiono nell'equazione cinetica. Gli esponenti possono essere determinati soltanto per via sperimentale.
FATTORI CHE INFLUISCONO SULLA VELOCITà DI REAZIONE: La natura dei reagenti, la temperatura, superficie di contatto, la presenza del catalizzatore( è una sostanza che accelera una reazione chimica senza consumarsi durante le trasformazioni
ENERGIA DI ATTIVAZIONE: fa iniziare la reazione che occorre ai reagenti per rompere alcuni legami .
MECCANISMI DI REAZIONE: La successione degli stadi o reazioni elementari attraverso cui i reagenti si trasformano in prodotti costituisce il meccanismo di reazione.

Chimica per deficienti 2

REAZIONI ESOTERMICHE E REAZIONI ENDOTERMICHE: le reazioni avvengono con produzione di calore, cioè che trasferiscono energia dal sistema all' ambiente, si chiamano REAZIONI ESOTERMICHE; sono invece reazioni ENDOTERMICHE quelle che assorbono calore dall'ambiente.
ENERGIA CHIMICA: è l'energia potenziale immagazzinata nei legami chimici che uniscono le sue particelle. Dipende dal tipo di particelle di cui è composta e dal modo in cui esse interagiscono tra loro
ENERGIA NELLE REAZIONI ESOTERMICHE: in tutte le reazioni esotermiche diminuisce l'energia chimica del sistema e aumenta la sua energia termica. Il risultato complessivo è la trasformazione di energia chimica in energia termica.( si formano molecole + stabili con legami + forti, energia potenziale diminuisce e si produce calore che si trasferisce nell'ambiente)
ENERGIA NELLE REAZIONI ENDOTERMICHE: in tutte le reazioni endotermiche aumenta l'energia chimica del sistema e diminuisce la sua energia termica. Il risultato complessivo è la trasformazione di energia termica in energia chimica. ( si formano molecole - stabili con legami + deboli)
COMBUSTIONE: è una reazione tra un combustibile e un carburante dalla quale si libera una quantità rilevante di energia. Il combustibile è di solito un composto contenente carbonio e o idrogeno mentre il carburente è una sostanza contenente atomi ad elevata elettronegatività di cui il più diffuso è l'ossigeno dell'aria. I prodotti della combustione sono in genere costituiti da molecole stabili cioè poco reattive.
POTERE CALORIFICO: esprime la quantità di calore liberato a pressione costante dalla combustione di un kg di combustibile.
VARIAZIONE DI ENERGIA INTERNA: deltaU di un sistema chimico è uguale al calore Q scambiato a volume costante.
VARIAZIONE DI ENTALPIA: deltaH di un sistema chimico è uguale al calore Q scambiato a pressione costante.
ENTROPIA: Il livello di dispersione dell'energia può essere espresso per mezzo di una grandezza chiamata entropia che indichiamo con S ed esprimiamo in J/K. L'entropia risulta tanto maggiore quanto + intenso è il moto termico e quanto + libero è il movimento delle particelle ----> deltaS= Sprodotti-Sreagenti
SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA: quando nell'universo si realizza un evento spontaneo esse è sempre accompagnato da un aumento di entropia. L'entropia dell'universo è quindi in costante aumento
ENERGIA LIBERA: è una grandezza termodinamica che dipende dall'entalpia, dall'entropia del sistema e dalla temperatura assoluta----> deltaG=deltaH-TdeltaS


Chimica per deficienti :)

Le proprietà delle soluzioni:
La formazione di una soluzione è condizionata dalla tendenza a raggiungere la minima energia potenziale. Le forze attrattive che si instaurano tra soluto e solvente conducono le molecole di solvente a circondare quelle di solute. Tale fenomeno è chiamato solvatazione. Quando il solvente è l'acqua, la solvatazione prende il nome di idratazione. L'acqua è il solvente liquido più diffuso in natura.SOLVENTE:SCIOGLIE, SOLUTO:CHE è SCIOLTO.
ELETTROLITA: è una sostanza che rende elettricamente conduttrice la soluzione acquosa in cui è disciolto. Tutti i solidi ionici, quando si sciolgono in acqua , liberano un grande numero di ioni e formano soluzioni con un'elevata conducibilità elettrica: sono per questo chiamati ELETTROLITI FORTI; soluti che presentano una conducibilità elettrica inferiore a quella di un elettrolita forte di uguale concentrazione, sono chiamati ELETTROLITI DEBOLI.
CONCENTRAZIONE: la concentrazione di una soluzione è il rapporto tra la quantità di soluto e la quantità di solvente, o di soluzione, in cui il soluto è disciolto. Indica la quantità di soluto presente in una quantità unitaria di solvente o di soluzione. ----->massa soluto/massa soluzione(soluto+solvente) X 100
GRADO ALCOLICO: corrisponde ai mL di alcol disciolti in 100 mL di bevanda.
MOLARITà (M): è data dal rapporto tra il numero di n moli di soluto e il volume V della soluzione, espresso in litri. ( dipende dalla temperatura)
MOLALITà(m): è data dal rapporto tra il numero di n moli di soluto e la massa del solvente espreesa in Kilogrammi.
OSMOSI: è il flusso di un solvente che attraversava una membrana semipermeabile e raggiunge la soluzione più concentrata.
PRESSIONE OSMOTICA: è la pressione che bisogna esercitare sulla soluzione più concentrata per impedire il flusso di solvente attraverso la membrana semipermeabile che la separa dal solvente puro.( o dalla soluzione diluita)
Se si applica alla soluzione + concentrata una pressione maggiore della pressione osmotica, si ottiene come risultato, il passaggio delle molecole di solvente dalla soluzione + concentrata alla soluzione meno concentrata (Osmosi inversa che si usa per ricavare acqua dolce dal mare)---> π*V=n*R*T ( equazione di Van't Hoff)
Le soluzioni che presentano uguale pressione osmotica sono dette ISOTONICHE. Se due soluzioni hanno pressione osmotica diversa quella con concentrazione inferiore viene detta IPOTONICA e quella con concentrazione maggiore IPERTONICA.
SOLUBILITà: La solubilità di una sostanza in un certo solvente è la sua concentrazione nella soluzione satura. Quando un soluto non si scioglie in una soluzione e ha quindi la massima concentrazione viene definita SATURA; il soluto eccedente è chiamato CORPO DI FONDO.
Tra il soluto disciolto e quello indisciolto si instaura un equilibrio che si definisce equilibrio dinamico( dovuto al incessante movimento delle particelle).
LEGGE DI HENRY: La solubilità(S) di un gas in un liquido, cioè la sua concentrazione in una soluzione satura, è direttamente proporzionale alla pressione parziale del gas che sta al di sopra della soluzione.
COLLOIDI: Sono sistemi che hanno caratteristiche intermedie fra le soluzioni e i miscugli eterogenei dai quali si differenziano per le dimensioni delle particelle disperse. Se queste hanno dimentisioni comprese tra 10(alla meno 6 ) e 10(alla meno 9) m il miscuglio è detto colloide e presenta la stessa stabilità delle soluzioni ed è caraterizzato da proprietà ottiche (effetto Tyndall) meccaniche ed elettriche del tutto particolari. I colloidi non sono soluzioni vere e proprie ma sono considerati sistemi bifasici perchè almeno in certe condizioni è possibile distinguere l'una dall'altra le due fasi. I termini fase disperdente e fase dispersa prendono il posto di solvente e soluto. La stabilità delle dispersioni colloidali è garantita dal moto browniano ( moto continuo e irregolare causato dagli urti)
Se le particelle disperse hanno dimensioni superiori a 1000nm il miscuglio viene chiamato sospensione. Una sospensione rimane tale fino a quando la si mantiene in agitazione perchè le sue particelle tendono a sedimentare per effetto della forza di gravità. colloidi----> sol, gel . emulsione e aerosol.

venerdì 8 aprile 2011

Appendix Virgiliana

Un certo numero di componimenti poetici minori attribuiti a Virgilio da alcune fonti antiche e tramandati da alcuni manoscritti sotto il suo nome, fu raccolto in età umanistica in una silloge(raccolta) a cui fu dato il nome di Appendix Vergiliana. Con essa nacque anche il problema dell'autenticità di tali componimenti, oggi molti studiosi, nonostante la datazione antica, ne respingono la paternità virgiliana, ritenendoli apocrifi. Altri le ritengono autentiche in quanto possono essere prove giovanili del poeta non pubblicate dall'autore. Questi avrebbero fatto parte di quelli scripta inediti che Virgilio affidò a Varo e Tucca con la raccomandazione che non li pubblicassero. La questione è assai complessa se la si esamina sotto il profilo stilistico. Si tratta infatti di componimenti che presentano numerosissime consonanze(nessi, emistichi, interi versi) con le opere virgiliane. Tali punti di contatto di contatto vengono interpretati dai fautori dell'autenticità come indizi di carattere sperimentale delle poesie dell' Appendix: Virgilio avrebbe attinto ampiamente ad esse nelle opere successive riutilizzandone i materiali. Invece i negatori della paternità riconoscono nelle imitazioni le prove del falso. Di seguito alcuni componimenti dell'Appendix:
Catalepton(poesie alla rinfusa) è una raccolta di 14 epigrammi caratterizzati da imitazione catulliana, i + interessanti e ritenuti genuini sono il quinto in cui il poeta dà l'addio alla scuola di retorica mentre si accinge a trasferirsi a Napoli, dove cercherà la sapienza e la serenità alla scuola dell'epicureo Sirone e l'ottavo che contiene un saluto alla villetta di Sirone dove Virgilio si trasferisce dopo la morte del filosofo augurandosi che essa diventi per lui ciò che un tempo erano state Mantova e Cremona.
Culex(zanzara) è un epillio di 400 esametri. Vi si narra di un pastore che la puntura di una zanzara salva dal morso di un serpente ma questo lo schiaccio uccidendolo. Una notte la zanzara gli si presenta in sonno e lo rimprovera in quanto non gli ha dato una degna sepoltura e inoltre gli racconta com'è l'inferno. L'operetta è una sorte di parodia del tema epico della discesa agli inferi; l'argomento tenue e l'erudizione rinviano al gusto alessandrino e neoterico.
Ciris(L'airone bianco) è un epillio in 540 esametri in cui si narra una storia d'amore mitica che si concliude con una metamorfosi. La stragrande maggioranza degli studiosi ritiene la Ciris un opera post-ovidiana in cui l'autore imita maldestramente i poeti neoterici.
Dirae(imprecazioni) due carmi in esametri in ambientazione agreste. Il genere delle imprecazioni rimanda a Callimaco e nella letteratura latina, all'ibis di ovidio ma i punti di contatto sono con le Bucoliche.
Copa(L'ostessa) è un breve carme in distici elegiaci in cui un'ostessa invita i viandanti a fermarsi nella sua taverna, descrivendone le attrattive
Moretum(la focaccia) è un poemetto in esametri in cui un contadino è descritto mentre si prepara prima di avviarsi al lavoro una rustica colazione a base di formaggio aglio ed erbe piccanti. I rapporti con Ovidio inducono a ritenere l'operetta post ovidiana.
Aetna: è un poemetto scientifico didascalico in esametri sull'etna e in particolare sui vulcani. Sono presenti influssi di Lucrezio e delle Georgiche ma lo stile con le Naturales quaestiones di Seneca lo riportano nell'età di Nerone.
Maecenas( sono due carme in distici elegiaci in cui si compiange e si elogia il potente ministro di Augusto. Ma è considerato falso in quanto Virgilio è morto prima.

Analisi del proemio

Rovesciamento modello Omerico, Virgilio describe prima il viaggio e poi la guerra.
Arma: Metonimia per guerra.
Cano: narrare in poesia ( canere verbo + elevato in poesia)
Qui primus: relativa
Fato: Funzione ambigua tra Italiam-profugus
Italiam: moto a luogo
Laviniaque litare iperbato(separato da un verso), Alliterazione ed enjambement.
Multum...multa: il primo è neutro, entrambi reggono dei verbi passivi che sottolineano che Enea è un eroe dolente, malinconico, paziente (patior).
Ille: pronome in posizione enfatica
Iactatus: participio congiunto
Terris .....alto: variatio equivale a terris marique
vi superum: ablativo d'agente
iram: si riferisce all'ira del proemio dell'Illiade
memorem: riferito per ipallage ad iram
quoque et: ridondanza che rafforza l'immagine di un eroe sofferente
Dum conderet urbem: dum finale, Urbem si riferisce a Lavinium, dum sta per donec( finchè)
Latio: dativo di moto a luogo
Chiasmo: multa passus-conderet urbem
passus: patior
inferretque deos: i deo sono i Penati
genus unde latinum: climax ascendente, genus: stirpe più grande e potente
unde:non si riferisce solo a Enea ma una serie di eventi( anastrofe)
Musa: Calliope
mihi: indica la sofferenza
memora: figura etimologica
Musa mihi memora: alliterazione
quo numime leso: retto da memora
quo....impulerit:interrogativa indiretta
impulerit:enjambement_iperbato
tot e tot: due infinitive
numen: deriva da nuo: fare cenno(annuire) e rappresenta la volontà del dio ma può essere anche divinità(metonimia)
Quidve dolens: enclitico:> quo dolore
dolor:rabbia, dispetto e rancore
virum: richiama al primo verso
pietate: ablativo di limitazione
tantaene animis: interrogativa diretta senza risposta
Enea e Roma sono i protagonisti




Onda: è una propagazione di energia senza spostamento di materia. Esse possono essere:
Meccaniche (elastiche): è un onda che si propaga solo in un mezzo.( onde sonore, onde liquide, sismiche)
Elettromagnetiche: si propagano anche nel vuoto (luce, radiazioni)
Trasversali: quando le particelle investite dall'onda si spostano perpendicolarmente al moto dell'onda.(onde sismiche)
Longitudinali: quando le particelle investite dall'onda si spostano parallelamente al moto dell'onda.(onde sonore), (onde sismiche)
Fronte d'onda: Insieme dei punti in cui l'onda vibra allo stesso modo. Possono essere circolari o rettilinei.
Raggio d'onda: rette perpendicolari al fronte d'onda.
Caratteristiche dell'onda: 1) Ampiezza: è la distanza massima dalla posizione di equilibrio. Si misura in metri.
2) Velocità di propagazione: è il rapporto tra la lunghezza d'onda(lambda) e il periodo dell'onda(T).
3) Lunghezza d'onda: è la distanza fra un fronte d'onda e il successivo fronte d'onda ( metri).
4)Periodo dell'onda: il tempo fra un fronte d'onda e quello successivo.
5) Frequenza dell'onda: è il numero di oscillazioni che un corpo investito da un'onda compie in un secondo.

Proemio Eneide

Canto le armi e l'eroe che per primo dai lidi di Troia giunse in Italia, profugo per volere del fato , e alle spiaggie di Lavinio, egli molto gettato sia per terra sia in alto mare dalla potenza divina a causa dell'ira implaccabile della crudele Giunone soffrì molto anche in guerra finchè fondò una città e finchè portò nel Lazio i ( suoi) dei da dove la stirpe latina , i padri Albani e le mura dell'alta Roma. O musa ricordami le cause per quale al nume offeso, di che cosa dolendosi la regina degli dei costrinse un uomo insigne per pietà a trascorrere tante sventure, ad affrontare tante fatiche. Così grandi( sono dunque) le ire negli animi dei celesti?

Titiro e Melibeo

MELIBEO: Titiro, disteso all'ombra di un ampio faggio, vai componendo su un flauto sottile una canzone pastorale; noi lasciamo le terre della patria e i dolci campi, noi fuggiamo la patria: tu, o Titiro; rilassato nell'ombra, fai risuonare i boschi(del nome) della bella Amarilli.
TITIRO: O Melibeo, un Dio creò per me questa tranquillità: infatti egli sarà sempre per me un dio; spesso un tenero agnello(preso) dai nostri ovili tingerà il suo altare(di sangue). Egli come vedi, ha permesso alle mie giovenche di errare e a me di suonare sul flauto campestre ciò che volevo.(=le predilette canzoni).
MELIBEO: Non ti invideo certo, ma piuttosto mi stupisco: a tal punto c'è scompiglio dovunque, in tutti i campi. Ecco, io stesso affranto spingo innanzi le caprette; trascino a stento, Titiro, anche questa: qui tra i folti noccioli poco fa, sgravata di due gemelli, speranza del gregge, ahimè li ha lasciati sulla nuda pietra. Spesso questa sventura, se la mente non fosse stata cieca, ricordo ce la predissero le quercie colpite dal fulmine. Ma tuttavia dimmi, o Titiro, questo dio qual'è?
TITIRO: La citta che chiamano Roma, io da sciocco la credetti simile alla nostra, dove spesso noi pastori siamo soliti avviare la tenera prole delle pecore. Così sapevo i cuccioli simili ai cani, i capretti alle madri; così ero solito paragonare le cose grandi alle piccole. Ma questa sollevò tanto il capo tra le altre città, quanto sogliono i cipressi tra i molli viburni.
MELIBEO: E quale motivo così importante ti spinse a vedere Roma?( lett. Quale motivo tanto importante avesti di vedere Roma?).
TITIRO: La libertà che, benchè tardi, tuttavia volse il suo sguardo su di me che oziavo, dopo che più bianca cadeva la barba quando la tagliavo; mi guardò tuttavia e venne dopo lungo tempo, da quando mi tiene Amarilli e mi lasciò Galatea. Infatti lo ammetterò, finchè mi teneva Galatea non avevo nè speranza di libertà nè cura del guadagno. Sebbene dai miei recinti uscissero molte vittime e fosse premuto grasso formaggio per l'ingrata città, la destra non mi tornava mai a casa pesante di denaro.
MELIBEO: Mi chiedevo meravigliato perchè invocassi mesta gli dei, o Amarilli, per chi lasciassi pendere i frutti dal proprio albero: Titiro era lontano da qui. Gli stessi pini, o Titiro, le stesse fonti, gli stessi arbusti invocano te.
TITIRO: Che avrei dovuto fare? Non mi era possibile(in altro modo) uscire dalla schiavitù nè conoscere altrove divinità così propizie. Qui, Melibeo, vidi quel giovane in onore del quale i miei altari fumano dodici volte l'anno. Qui egli prontamente diede il responso a me che lo chiedevo: "Pascolate come prima le vacche, o schiavi; allevate i tori".
MELIBEO: Fortunato vecchio, dunque i campi rimarranno tuoi e (saranno) per te abbastanza grandi , benchè nuda pietra e palude ricoprano tutti i pascoli di giunchi fangosi. Pasture inconsuete non insidieranno le pecore affaticate dalla maternità, nè i maligni contagi di un gregge vicino nuoceranno loro(nè le contageranno le malattie di un gregge vicino). Fortunato vecchio, qui tra noti fiumi e sacre fonti godrai una frescura ombrosa; di qui(da questa parte), dal vicino confine, la siepe di sempre(come sempre ha fatto finora), succhiata nel suo fiore di salice dalle api iblee, spesso ti inviterà con il suo lieve mormorio ad addormentarti; di qui (dall'altra parte) sotto un'alta rupe il potatore canterà all'aria e tuttavia, nel frattempo, le roche colombe, oggetto delle tue cure, e la tortora non cesseranno di gemere dall'olmo , alto nel cielo.
TITIRO: Dunque i cervi pascoleranno leggeri nell'aria e il mare(freta=bassofondo) abbandonerà sulla spiaggia i pesci nudi ( senza più ricoprirli), i Parti berranno, esuli, le acque dell'Arari o i Germani quelle del Tigri, dopo aver percorso i territori di entrambi ( cioè il proprio e quello altrui) prima che si cancelli dal nostro cuore l'immagine di lui.
MELIBEO: Invece noi andremo di qui alcuni fra gli assetati Africani, parte nella Scizia e giungeremo fino all'Oasse che trascina con sé fango e fino ai Britanni , completamente separati da tutto il resto del mondo. Oh quando mai dopo lungo tempo, rivedendo i confini della patria e il tetto della mia povera capanna fatto di zolle( che fu un tempo) il mio regno , ammirerò infine qualche spiga? Un empio soldato avrà questi campi così coltivati, un barbaro queste messi: Ecco dove la discordia ha condotto i miseri cittadini; per costoro noi abbiamo seminato i campi! Innesta ora, o Melibeo, i peri, disponi in ordine le viti! Andate, o mie caprette, andate gregge un tempo felici. Non io d'ora in poi, sdraiato in un verde antro, vi vedrò pendere di lontano da una rupe piena di rovi; nessun carme canterò(più); sotto la mia guida ,.caprette, non brucherete(più) il fiorente citiso e i salici amari.
TITIRO: Qui tuttavia potevi riposare questa notte con me sul verde fogliame: abbiamo( lett. C'è a noi) frutta matura, tenere castagne e abbondanza di formaggio, e già da lontano fumano i comignoli delle case campestri e più grandi scendono dagli alti monti le ombre.