Marco Terenzio Varrone nacque da una ricca e nobile famiglia di possidenti terrieri, nel 116 a.C a Rieti. Fece studi accurati sia a Roma sia ad Atene, dove frequentò le principali scuole filosofiche; nel campo della filosofia assunse una posizione non diversa da quella di Cicerone, critica ed eclettica, con una preferenza per la Nuova Accademia.
Intraprese la carriera politica aderendo alla parte degli ottimati e legandosi a Pompeo, di cui fu collaboratore nelle campagne militari in Spagna e in Oriente. Nel 49 a.C allo scoppio della guerra civile, era propretore di Pompeo nella Spagna Ulteriore: Cesare nel De Bello Civili racconta i suoi tentennamenti e il suo debole tentativo di difesa della provincia contro i cesariani, seguito ben presto dalla resa. Dopo la sconfitta della parte pompeiana, fu in ottimi rapporti con Cesare, che rese omaggio alla sua eccezionale competenza culturale affidandogli il compito di sovraintendere all'organizzazione di due nuove grandi biblioteche pubbliche, una greca e l'altra latina: il progetto rimase incompiuto per la morte di Cesare.
Dopo le idi di Marzo Varrone riuscì a salvarsi dalle proscrizioni per l'intercessione di un amico e visse ancora a lungo, ingraziandosi Ottaviano con l'opera De gente populi Romani( perduta) in cui confermava con la sua autorità di antiquario l'origine divina della gens Iulia. Morì novantenne nel 27 a.C. Di Varrone le fonti antiche ricordano un numero impinente di opere, + di 70, per un totale di oltre 600 libri. Di esse una sola, il De re rustica ci è pervenuta integralmente; parzialmente conservato è il trattato grammaticale De lingua Latina; di altre opere, come vedremo, possediamo soltanto frammenti.
De rustica
Il De re rustica è un dialogo in tre libri, in cui l'autore( che possedeva immense proprietà terriere da cui ricavare laute rendite) dà precetti e consigli relativi all'attività agricola, ponendosi sulla linea di una tradizione inaugurata da Catone il Censore con il suo De agri cultura. Con quest'opera Varrone vuole affermare valori genuinamente romani. Egli aspira al patriottismo, al nazionalismo e il richiamo alle tradizioni antiche sono gli IDEALI AI QUALI EGLI SI ISPIRA IN TUTTA LA SUA PRODUZIONE LETTERARIA.
L'opera fu pubblicata da Varrone nel 37 a.C, lo si deduce dal proemio nel quale,dedicando il libro alla moglie Fundania, l'autore afferma di aver compiuto 80 anni. Usa uno STILE semplice e poco elaborato e predilige la forma del dialogo. Egli non scrive un semplice trattato come quello di Catone ma un dialogo in cui fa parlare, oltre a se stesso vari altri personaggi contemporanei. Ai tre libri corrispondono tre dialoghi, ambientati in luoghi e in momenti diversi. 1 libro: coltivazione dei campi; 2 libro allevamento del bestiamo 3 libro villatica pastio cioè dell'allevamento nella villa di animali da cortile e di altre specie pregiate. L'esposizione è improntata a grande concretezza e a un pragmatismo tipicamente romano; essa rispecchia l'esperienza del ricco possidente terriero capace di apprezzare i vantaggi igienici e i pregi estetici della vita di campagna ma anche molto attento agli aspetti economici. In questo Varrone è simile a Catone interessato all'utile e al guadagno. Il possidente terriero non è più il medio o piccolo proprietario ma il latinfondista padrone di immensi poderi e ville. Rimpianto del buon tempo antico e sobri costumi del passato. L'uccelliera di Cassino comprende un ameno boschetto, canali piscine , è attrezzata in modo che si possano tenere eleganti banchetti ( agi e lussi in cui vivono i possidenti Varrone ne fa parte) Nel De Rustica si ha un trattamento più civile agli schiavi che nel de agri cultura, Varrone tiene la distinzione tra tre tipi di strumenti di lavoro: vocale(servi), semivocale(buoi) e mutum(carri).