martedì 8 marzo 2011

Botticelli

Botticelli

Seguendo la filosofia neoplatonica il tutto è inquadrato, il tema trattato è il tema dell’amore, parte tutto da zefiro che feconda la ninfa e si trasforma nella primavera, poi c’è venere dea dell’amore e sopra di ella cupido, poi le tre grazie e infine Hermes dio dell’intelligenza e della sapienza che allarga le fronde per arrivare alla verità divina se la filosofia neoplatonica soltanto dopo aver raggiunto la piena conoscenza del corpo si puo’ arrivare alla piena conoscenza dello spirito che coincide con la verità. Tanto è vero che la fotocopia . Voluptas priorità rispetto alla bellezza e alla castità. La bellezza è elemento fondamentale per le grazie, la castità è pura , la volutta è proprio il piacere del darsi e del ricevere , è il contrario della castità per cui se diventa protagonista, questa conoscenza della carnalità diventa elemento fondante nella filosofia neoplatonica, soltanto dopo questo si può arrivare alla conoscenza dello spirito. Se c’è soltanto una parte e manca l’altra : piacere carnale c’è ma manca conoscenza spirito oppure se c’è conoscenza spirito e manca piacere carnale si arriva a una mezza verità, devono coesistere, convivere, altrimenti c’è una verità mutilata, divisa. Esiodo definisce venere la saggia proprio perché

Deve esserci una armonia della conoscenza del corpo e della conoscenza dello spirito perché se c’è una sola non si raggiunge quella saggezza di cui parla Esiodo. Voluttà conduce la danza, tutto si capovolge, sta a sottolineare che nell’idea neoplatonica la voluttà è parte integrante , soltanto dopo la conoscenza del corpo ci si può rivolgere alla conoscenza dello spirito. Venere è saggia perché è dea dell’amore ma anche Dea, già nell’idea platonica autentica e non in quella neoplatonica doveva esserci questa copresenza. Amore platonico è amore carnale. Il fatto che vengono rappresentate fecondate, FECONDARE LA NINFA VUOL DIRE CHE LA RENDE FECONDA, DALLA BOCCA LE SBUCA UN RAMOSCELLO. CASTITà è SEMPRE DI SPALLE COME VUOLE LA TRADIZIONE IL PASSO IN AVANTI VERSO LA VOLUTTà IL VISO è CHIARAMENTE VISIBILE DI PROFILO

Michelangelo

Michelangelo nasce vicino ad Arezzo se già Leonardo dal vasari che è uno storico rinascimentale, sarà colui che poi darà il nome Rinascimento perché lo chiama Rinascenza. Vasari aveva definito divino Leonardo, definisce divinissimo Michelangelo. Formazione: il fatto di essere nato a Caprese e poi giovanissimo si sposta a Firenze, fa si che lui stesso per farci capire il suo rapporto con la scultura ci dica che è convinto di essere stato allevato con il latte della balia e polvere di marmo in una zona di cavatori di marmo, è simbolica questa cosa, vuol dire che già da piccolo ha respirato la polvere di marmo che sarà l’elemento che lo farà diventare uno scultore, questo è un suo aneddoto. Giovanissimo viene introdotto nella corte di Lorenzo il magnifico, attorno ai 12 anni, presso la corte di Lorenzo gli è permesso frequentare quell’ambiente che viene definito Orti medicei che dovrebbero essere situati in un giardino che era dietro la chiesa di san marco a firenze.! in questi giardini si radunavano le più grandi menti del tempo quindi filosofi, letterati, musicisti pittori scultore e li si discuteva di filosofia (neoplatonica) era possibile copiare una gran quantità di resti antichi che erano presenti nel giardino.ASPETTO SPECIFICO DI MICHELANGELO: Copiare busti antichi o frammenti di statue dell’antichità, non era soltanto lui a fare questo poiché ce n’erano altri a fare questa operazione, ma tutti hanno corso un rischio ma lui no cioè il rischio di copiare opere classiche e di cadere nello scolasticismo o accademismo, una copia magari perfetta di quelle opere senza nemmeno capirne il significato . Michelangelo fa una operazione diversa, cavallo di razza, lui le studia le opere, le misura, cerca di capire le proporzioni, cerca di studiare nei minimi dettagli, non studiare come sono fatti ma perché sono fatti così. Questo suo atteggiamento,questa sua grande competenza oltrettutto nell’ascoltare anche i filosofi che discutono, fa si che Lorenzo riconosco immediatamente le sue grandi qualità e le sue grandi doti, tant’è che non solo gli fa frequentare questi orti medicei ma gli fa frequentare casa sua , lo ospita in casa e a dimostrare di quanto Lorenzo ci tenga a Michelangelo giovanissimo, sta il fatto che a tavola lo fa sedere accanto a se, cioè farlo sedere accanto a sé vuol dire che lo fa sedere al posto che dovrebbe essere riservato ai figli, questo ci fa capire quanto Lorenzo ci tenga alla figura di Michelangelo. Dopo di che nella sua crescita entra inizialmente a tutto campo in quello che è l’autentico pensiero della vera filosofia neoplatonica per arrivare ancor giovane a superare la filosofia neoplatonica e rifarsi in modo diretto quella che era la vera filosofia di Platone. Tra questi passaggi ne troviamo alcuni significativi, noi sappiamo che lui passa, nel momento in cui sarà autonomo e quindi non copierà più le opere classiche, giornate intere e settimane nelle cave di marmo per scegliersi il blocco che a lui sembra quello necessario per compiere una certa opera. A lui gli interessava la forma di questo blocco poi se lo fa portare in studio perché lui sostiene che la statua è già contenuta in quel blocco di marmo ed è per questo che se lo sceglie con tanta cura che allo scultore serve togliere semplicemente quello che lui definisce il “soverchio” cioè quello che c’è in più perché la statua è già li dentro------à ci ricolleghiamo al pensiero di Platone dell’idea perfetta nel mondo delle idee “immobile immutabile ed eterna” e l’eidos che è la rappresentazione dell’idea, quindi l’idea era già contenuta li dentro, dentro quel blocco lui deve semplicemente tirarla fuori. Nella teoria non puo’ essere considerata troppo difficoltosa, è un pensiero ma nella tecnica scultorea incomincia a diventare veramente qualche cosa di più complicato. È vero che lui toglie il soverchio, di solito uno scultore si pone di fronte al blocco di marmo e comincia a lavorarlo un po’ da tutte le parti, il suo modo di lavorare è del tutto diverso perché togliere il soverchio vuol dire che lui ha già l’idea precisa esatta di quello che deve essere la scultura finita. La sua idea era già perfettamente costruita non era casuale quello che veniva fuori in quanto c’era già in testa quello che doveva venir fuori ( perfetto). Le paure di Michelangelo furono fondamentale nella sua vita artistica e non artistica.Michi come Leo era omosessuale però leo da buon scienziato non si fa problema, michi era un credente per cui vive questa sua posizione sempre con forte senso di colpa lui non lo dirà apertamente ma viene fuori o dalle sue amicizie, dai nudi dalla capella sistina. Vi sarà un passaggio intermedio nella vita di Michi , quel periodo che si chiama “del non finito” sono famosissimi i suoi non finiti di Michi. Pag 553 San Matteo: poi 574 I prigioni ma è un non finito per un motivo diverso. Quest’opera 553 in questo caso si tratta di uno degli apostoli che avrebbe dovuto scolpire per il duomo di Firenze. Non finito autentico perché lo chiamano per un altro lavoro. Lui non ci va tutto intorno all’opera. ANALISI: si è detto che Michi per il suo carattere scorbutico, insoddisfatto per lui fosse un capriccio lasciarli non compiuti, ma per fortuna una critica + autentica ne da una immagine totalmente diversa . La paura di fallire tutto sommato, nella consapevolezza!!! Se l’idea perfetta, l’eidos perfetto non puo’ esserlo questa è l’idea tipica che dalla grecia va poi in avanti. L’eidos io vedo la rapp dell’idea non puo’ essere perfetta perché è fatta dall’uomo e l’uomo non è perfetto quindi non puo’ arrivare ad un prodotto perfetto se poi ci aggiungiamo la paura di michi di non arrivare alla perfezione così come di non essere perfetto lui in tutti i sensi allora ci avviciniamo di più a quello che era l’idea platonica di Platone che lasciando l’opera incompiuta anche se fosse il pezzo di una gamba Lui comincia a scolpire ed una parte della statua non la conclude, rimane imprigionata lì nel blocco di marmo non la conclude perché sa di non poter arrivare alla perfezione ma la lascia concludere all’immaginazione dell’osservatore. Se l’avesse concluso avrebbe ottenuto quell’eidos imperfetto. Quella gamba non conclusa potrebbe avere mille posizioni ogniuno di noi attraverso il nostro proprio intelletto potremmo immaginarla conclusa. Io non posso finire l’opera perfetta ma se la conclude l’osservatore con l’intelletto, attraverso un meccanismo di astrazione allora puo’comunque arrivare alla perfezione dell’idea. Non potrei concluderla in modo perfetto io ma colui che la sta osservando con la sua intelligenza. L’intelletto puo’ arrivare alla perfezione. È un passaggio della sua vita non è tutto, è un momento di crisi che sta passando. Nelle tombe medicee ci saranno delle parti che non sono concluse o per lo meno sono ma altre saranno complete, opere pittoriche. Lui si considera un pover’uomo che sa fare solo questo cose e non gli si chieda di far altro perché lui è questo che sa fare e questo quello che fa. Altre opere le conclude. Ora vediamo se possiamo trovare un idea neoplatonica o platonica in una delle sue opere che è il David , a piazza della signoria c’è la copia, l’originale è a palazzo dell’accademia (550 551) La strana storia di quest’opera: Passava molto tempo a cercarsi i blocchi di marmo, lui tutti i giorni recandosi a lavoro passava di fronte allo studio e al giardino di un altro scultore questo scultore nel suo giardino aveva abbandonato un blocco di marmo che era stato appena abbozzato e che poi era stato abbandonato lì. A lui sembra uno spreco perché lui tutti i giorni passandoci , riesce ad immaginare che li dentro ci possa già essere il David, lui si fa aiutare da qualcuno e durante una notte glielo ruba e lo porta nel suo studio. Da questo blocco fa nascere il David lui ce lo presenta sicuramente con la ponderazione policletea quindi con una ripresa del classico sicuramente con un uso tipico della scultura romana di lavorare i capelli che era già successa nel Donatello allora lo rappr in un momento particolare, è in tensione, sta scrutando l’orizzonte, non sa da che parte arriverà Golia, che sia in tensione è evidente dal particolare della mano : vene rigonfie ma quando siamo in tensione il sangue circola + velocemente, è consapevole di vincere, sarà poi assimilato alla forza della città di Firenze. Nonostante si rifaccia alla ponderazione policletea si vede che la testa e la mano sono leggermente sproporzionate, sono più grandi di quello che dovevano essere le proporzioni di Policleto. Ma le fa un po’ più grandi per sottolineare l’idea filosofica neoplatonica: Nella testa risiede il pensiero, quindi l’intelligenza e la mano è lo strumento attraverso il quale l’intelligenza agisce quindi non è un errore, volutamente indica le due parti che sono le parti fondamentali INTELLETTO E LA MANO COME STRUMENTO DELL’INTELLETTO . In questo caso è importante la dimensione, sono 4,10 m non è più la dimensione del san giorgio di Donatello. La grandezza materiale ne simboleggia quella morale come nella tradizione classica è nudo perché armato soltanto della propria virtù i kuroi erano già vestiti della proprio virtù. È privo degli attributi di riconoscimento del David cioè la testa di Golia non c’è l’ha sotto i piedi non ha neanche la spada, ha soltanto la fionda( frombola) è così perché a Michi più che a narrare l’evento biblico interessa il significato umano cioè lo fa diventare l’emblema del rinascimento . SIMBOLO DELLA REPUBBLICA FIORENTINA CHE COMBATTE I TIRANNI IN NOME DELLA LIBERTà